Amo il mio lavoro con un amore frenetico e perverso, come un asceta il cilicio che gli raschia il ventre. A volte, quando mi sento vuoto, quando l'espressione si nega, quando, dopo aver scarabocchiato lunghe pagine, mi accorgo di non aver fatto neppure una frase, cado sul divano e ci resto inebetito in una palude interiore di noia. Mi odio, e mi accuso per questa demenza orgogliosa che mi fa affannare dietro una chimera. Un quarto d'ora dopo è cambiato tutto, e mi batte il cuore di gioia.
Lettera a Louise Colet, aprile 1852
|
Altre frasi di Gustave Flaubert
Votami
Categorie
|