Coi progressi della medicina
vivrai ancora ott'antanni,
come minimo, amore.
E io, a quel tempo, polvere.
Polvere, e qualche osso, se mai.
Ma questa non sarà morta
che scrivo; per il pianto e la vita
che ci metto. E lieve
scenderà sul letto
dell'immenso ospedale
dove starà morendo la vecchia
che porta il tuo caro nome.
Nell'interno del corpo
in sfacelo
una bambina tremerà di paura
singhiozzando: l'anima tua,
sempre la stessa!
Non più musiche allora, non creme
di bellezza, abiti chic,
né desiderosi sguardi,
né attese della fortuna.
Un rudere abbandonato
sul letto numero 15
secondo reparto chirurgia.
A ricordarsi di te
in tutto il mondo, soltanto
queste mie parole,
e tu non le capirai
perchè non le hai mai capite.
Ma ti calmeranno un poco
la pena e la solitudine.
Giorno verrà
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